sabato 15 agosto 2015

Pania della Croce - Trekking di 2 giorni in solitaria

Alba sulla Pania della croce dopo una notte in tenda
L'alba di stamattina sulla vetta della Pania della Croce oltre 1800 mt s.l. - Sono partito ieri per fare trekking e mi sono ritrovato a fare alpinismo salendo la vetta dal rifugio del Freo (1100 mt. s.l.). 

Dettagli:
partenza dal parcheggio di Pruno (LU) 400 mt. s.l. alle ore 10,40 del 13 Agosto 2015. Comincio a salire dal bosco di castagni quando un forte fruscio proveniente da un cespuglio 8 metri davanti a me riaccende la paura per le mie precedenti situazioni con i cinghiali (vedi post precedenti) e nel dubbio esco dal sentiero, un rovo mi lascia una spina nel polpastrello dell'indice della mano destra che estraggo con i denti e raggiungo così il sentiero più a monte. 

Indosso pantaloni lunghi anche se è un caldo bestiale intorno ai 28 gradi e ad un certo punto me li sento tutti bagnati dietro dal culo fino a dietro le ginocchia, non umidi ma letteralmente mezzi e penso "caxxo questo non è sudore, si deve essere rotta la sacca da tre litri di acqua che tengo dentro lo zaino collegata ad una cannuccia", sbagliato! Era proprio sudore! 

Continuo a salire sugli alpeggi, raggiungo prima il Passo dell'alpino e successivamente il rifugio del Freo alle 14,40. Sosta di rifocillamento e approvvigionamento acqua. 

Alle 15,40 parto alla volta della vetta della Pania della Croce, il percorso è segnalato come EE (per escursionisti esperti) con un tempo di percorrenza segnalato in 1 ora e 50, io che sono EUS (esperto una sega) ci ho messo oltre
3 ore ma il brutto è stato trovare almeno 3 passaggi di circa 3 mt di lunghezza e circa 20 cm calpestabili che si affacciavano su strapiombi infernali e dalla parte opposta presentavano muri di roccia a 90° e anche meno che mi fanno sporgere nel vuoto...io da solo con uno zaino di 15 kg sulle spalle!!! Credo di essere il primo in assoluto che fa quel percorso da solo con uno zaino così grande semplicemente perché è da incoscienti!!!

Arrivato quasi alla vetta vengo notato da un tizio che era salito dal versante opposto che sostanzialmente mi dice che gli sembro un po impedito (voglio qui far notare che nessuno di coloro che ho trovato in vetta erano saliti da dove ero salito), io gli confermo che ha ragione perché io non ho le vertigini ma solo una mega paura del vuoto alchè il tizio "sotuttoio" mi dice che sarà dura per me fare l'ultimo tratto perché si tratta di uno stretto sentiero di 300 mt. con la caratteristica di presentare strapiombo sia a destra che a sinistra (una cresta). Ormai disperato avendo già rischiato la vita più di 3 volte sono determinato alla conquista della vetta (che più tardi raggiungerò producendo oltre mille litri di adrenalina) ma voglio chiedere al tizio se ci sono modi meno impegnativi per salire su quella vetta e lui ridendo mi dice che ce ne sono 3 tutti della stessa difficoltà. Dormo in vetta tutto preoccupato per il ritorno che poi ho fatto scendo dalla parte del tizio "sotuttoio" e cioè il versante che porta al rifugio Rossi il quale si è poi rivelato una passeggiata.

Morale della storia: ogniuno di noi nascendo ha già dentro di se il suo guru ed è "sempre" meglio evitare "maestri" che nella maggior parte non sono ottimi.

La vista è purtroppo offuscata dal calore dell'aria ma in vetta alle 19,00 è già l'ora di un giacchetto sulle spalle. Comincio a montare la tenda e preparare la cena (2 porzioni di risotto ai funghi liofilizzato che faceva schifo) con il mio fornellino ad alcool costruito alle 7 di stamattina con 2 lattine di red bull recuperate dalla spazzatura in casa (i precedenti tentativi di costruirlo il giorno prima erano andati male per vari motivi ma la notte ebbi un'intuizione che mi ha salvato). Siamo nei giorni successivi alla notte di San Lorenzo e si dovrebbero vedere le stelle cadenti, ma la foschia e le luci dei paesi sottostanti non lo permettono e quindi alle 22,00 tutti a nanna.

Finalmente un posto non insediato da bestie tipo cinghiali, quando verso mezzanotte la voce di un pazzo che urla "qualcuno c'ha un caneeee? qualcuno c'ha un caneeeeeeeeeee?" mi sveglia, illumina tutti con la torcia e nonostante tutto sceglie per sbaglio di dormire sopra una coppia di fidanzati che dormivano senza tenda vicino a me!! Un incubo che continua con l'urlatore il suo cane, sua figlia (che vista la mattina dopo fu proprio un bel vedere soprattutto sul lato B) e un suo amico o succube non saprei, che continuavano a dialogare come fosse mezzogiorno...questo tipo di fauna non l'avrei mai potuta prevedere! Anche se la sera prima non era mancata una riunione con brindisi e relativo discorso di un rappresentate del soccorso alpino sotto il crocione e successivo piazzamento di fiaccole di cui una a 30 cm dalla mia tenda che ha illuminato fino alle 3 di notte!!!

Sveglia verso le 6 con vista spettacolare dell'alba e del lato B della figlia dell'urlatore notturno che contrariamente a tutti i presenti che sono in abbigliamento tecnico, veste dei pantaloni di jeans elasticizzati che devo dire disegnano linee perfette. Io la ammiro come si ammirano le cose belle come l'alba ecc ecc e lei mi guarda con uno sguardo che letteralmente significa "caxxo guardi?"...e allora riguardo l'alba.

Dopo un rapido consulto con i presenti mi viene confermato che la discesa verso il rifugio Rossi è più semplice di quella dalla quale sono salito, alchè uno degli astanti obietta: "si, ma bisogna vedere dove poi devi andare!", la mia risposta lapidaria: "non me ne frega niente di quanto dovrò camminare per raggiungere la mia auto, io da dove sono salito non ci passo più!". Decisione presa.

Preparo lo zaino per la partenza e circa verso le 7 saluto tutti e imbocco i 300 mt di cresta, quando in un attimo la temperatura si alza di diversi gradi e mi ritrovo troppo vestito. E ora? Sono nel mezzo della cresta e sono mezzo di sudore, prendo la rapida decisione di fermarmi, mi tolgo lo zaino oltre a giacchetto e pile per restare con maglia a mezze maniche, tutte operazioni fatte in un fazzoletto di sassi tra 2 dirupi, mi intimo di non guardare giù per nessun motivo e riparto ma all'improvviso leggero panico che mi fa tremare le gambe diventando in attimo il nemico di me stesso, cerco dunque di riprendere il controllo eliminando ciò che può essere distruttivo per me come la paura, ci riesco e proseguo. La discesa verso il rifugio Rossi si rivela poco più di una passeggiata.

Arrivo al rifugio Rossi, pianifico il percorso nuovamente, prendo un caffè, mi informo se ci fosse una fonte per l'acqua (anche se sapevo che ci doveva essere ma solo a pagamento) e sorprendentemente qualche viaggiatore mi dice che forse c'è una fonte più in basso. Riparto anche se non confido molto di quell'informazione con circa un litro di acqua che mi era rimasto, ed infatti la fonte era secca. Dovrò dunque razionare bene l'acqua perchè per raggiungere il mio prossimo obiettivo (nuovamente il rifugio del Freo) c'è molta strada da fare e mi aiuta il fatto di passare tra i boschi e un po di cielo nuvoloso. 

Arrivo all'incrocio con il sentiero che gira intorno alla Pania, lo imbocco intorno alle 10. Il sentiero è molto lungo e presenta anch'esso pericolosi strapiombi ma percorribili. Il caldo è afoso anche se in pratica sto attraversando la boscaglia, bevo poco ma spesso. Un ghiro si diverte arrampicandosi con le sue manine rosa su un arbusto ma si ferma a un metro da me per vedere con i suoi occhioni neri quanto io sia stravolto, lo lascio basito e proseguo. La sete si fa imponente e spesso mi accorgo di camminare a bocca aperta. La salivazione è azzerata e anche se bevo costantemente non placo la sete e mi viene da pensare a chi soffre ogni giorno per la sete in qualche parte del mondo, si, perchè è difficile pensare a certe cose se non si sono mai provate davvero, sebbene comunque la mia fosse una sete che da lì a poco so che si sarebbe placata. Sono ormai in vista del Freo e quindi posso bere tutta l'acqua rimasta perchè sul posto mi potrò rifornire ma la sete non si placa.

Arrivo al rifugio del Freo alle 13 circa per fare tutte le cose come le avevo sognate già da un'ora lungo il percorso e cioè in ordine:
dissetarmi
levarmi le scarpe
mangiare e riposare un'ora.
Non sempre i sogni si avverano, mi precipito alla fonte ma nemmeno dopo aver bevuto un'altro litro d'acqua la sete si placa. Provo a mangiare dei crackers ma ho la salivazione azzerata tanto che mi sembra di ingoiare la polvere, anche mangiare sembra difficile. Decido quindi di riposare e tutto si placa. Entro nel rifugio per un caffè e la signora che me lo serve afferma di avermi già visto ed io rispondo che sicuramente si perchè ero lì anche il giorno prima, no, lei insiste di avermi già visto a giugno sul monte Serra, si, insiste che mi riconosce anche dal fisico (ora io non so se questo è da intendersi come una cosa positiva) ed io le confermo che era molto probabile (vedere il post della notte dei cinghiali) in effetti non ci sono molti fessi che si fanno una notte in tenda sul Serra e le racconto la storia per poi salutarla e ripartire. Che cosa strana.

Parto alle 14 dal rifugio del Freo, arrivo al Passo dell'alpino dove una famigliola con figli al seguito mi saluta dall'alto e io ricambio e ancora "signoreee!!" e io risaluto e mi risalutano, trattengo un vaffa e proseguo. Dopo 2 ore che sono partito dal rifugio, raggiungo il parcheggio di Pruno dove avevo lasciato l'auto il giorno prima.

Risultato finale: Paura batte paesaggi 10 a zero e va in finale ai rigori con il lato B della figlia dell'urlatore.


Qui un video non mio fatto con una GoPro (minitelecamera posta sulla testa) che da un'idea del tipo di percorso, in particolare della cresta e che svela il segreto per poterla effettuare (chi porta la telecamera guarda solo una volta verso i 2 baratri). Mancano però i precedenti passaggi che molto probabilmente saranno venuti molto mossi con la GoPro e che sicuramente loro avranno eseguito senza zaino a spalla ma passandoseli dopo essere passati.



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